Recensione Bethel Woods
Un gioco cooperativo con un'ambientazione sci-fy molto originale
In un bosco ai piedi di una catena montuosa sorge Bethel Woods, un orfanotrofio una volta abitato da giovani menti creative che esploravano i limiti del tempo e dello spazio, della gravità e della luce. Ma quando una forza minacciosa invase il mondo, Bethel Woods diventò un ricordo lontano, perso in mezzo alla folta foresta.
Ora un gruppo di giovani è tornato per finire quel lavoro cominciato molto tempo addietro. Loro devono lavorare diligentemente per riparare e ripristinare le macchine sparse in giro per la foresta, prima che la forza sinistra trovi quella tecnologia e distrugga l’unica possibilità che il mondo ha di sopravvivere.
Questa è l’ambientazione di Bethel Woods, un gioco collocato in un universo fantascientifico carico di fascino e di mistero. Il gioco è stato creato dal neozelandese Shem Phillips, autore che potreste già conoscere grazie a Raiders of The North Sea, Explore of the North Sea e gli altri giochi da tavolo della linea “vichinga”.
Con Bethel Woods cambia decisamente ambientazione, e pur apprezzando l’idea di base avrei preferito qualche riga in più che spiegasse l’universo di gioco. Difatti se non capite bene la mia introduzione a inizio articolo non è dovuto ad un’eccessiva sintesi, è proprio il gioco ad offrire solo due paragrafetti introduttivi. Questo non inficia certo sul divertimento, ma l’immersione nelle atmosfere del gioco potrebbe risentirne.
Contenuto della scatola e scopo del gioco di Bethel Woods
Nella scatola di Bethel Woods troviamo il regolamento illustrato (è in inglese ma è molto semplice, inoltre online c’è anche il regolamento in italiano); il tabellone di gioco; 1 sacchetto di tela per mettere i malfunzionamenti da pescare; 8 Schede personaggio; 1 Guida rapida con le regole salienti; 6 gettoni Spia; 84 Malfunzionamenti; 6 piastrelle Daydreamer; 6 Piastrelle critiche e 12 miniature per i lavoratori.
Bethel Woods è un gioco in scatola cooperativo che si basa su un meccanismo semplice e collaudato. Fin da subito ho notato una certa somiglianza con le meccaniche della versione base di Pandemia, quindi se conoscete già questo gioco e vi piace apprezzerete anche Bethel Woods. Ambientazione permettendo.
L’obiettivo del gioco è costruire il Daydreamer, un dispositivo in grado di salvare il mondo situato proprio nell’orfanotrofio.
I giocatori, da 2 a 4, interpretano i ragazzi che vivevano a Bethel Woods. Il gioco include 8 tessere per altrettanti personaggi, e ogni giocatore pesca a caso il suo alter-ego. I ragazzi però non si occupano materialmente delle azioni all’interno del tabellone. Il “lavoro sporco” lo svolgono dei lavoratori specializzati alle vostre dipendenze.
A complicare le cose ci sono 6 Macchine costruite nel bosco attorno all’orfanotrofio. Durante la partita queste macchine accumulano dei malfunzionamenti che possono portarle ad uno Stato Critico. Se 4 delle 6 macchine raggiungono lo Stato Critico i giocatori perdono. Quindi i giocatori devono sia tenere sotto controllo la situazione delle macchine, sia occuparsi della costruzione del Daydreamer.
Come si gioca a Bethel Woods
Come detto ogni giocatore interpreta uno dei ragazzi e delle ragazze che vivevano nell’orfanotrofio. La scelta è casuale e ogni personaggio ha un potere speciale da usare all’occorrenza all’interno del proprio turno.
Sul tabellone invece ci sono le pedine dei lavoratori divise tra 4 colori, e a ogni colore corrisponde una differente specializzazione.
Durante il turno di gioco bisogna muovere i lavoratori tra le 6 Macchine giganti per riparare l’inesauribile ondata di malfunzionamenti che le colpisce. Come se non bastasse ci sono anche 6 spie che possono entrare in gioco e peggiorare il livello di criticità delle Macchine.
I malfunzionamenti sono di 4 tipi, facilmente identificabili dal colore, e ogni malfunzionamento può essere risolto solo dal lavoratore con lo stesso colore.
I malfunzionamenti però non vengono eliminati dal gioco, sono raccolti dal giocatore e conservati visto che servono per costruire le varie parti del Daydreamer. Difatti quando un giocatore muove le pedine può scegliere se limitarsi a muoverle tra le 6 macchine, o terminare il giro muovendo un lavoratore dentro all’orfanotrofio. Ogni componente del Daydreamer va pagata con i malfunzionamenti raccolti e hanno costi crescenti. Quindi se il primo livello costa 1 l’ultimo richiede ben 6 malfunzionamenti dello stesso colore.
Il fine gioco si raggiunge quando i giocatori costruiscono l’ultimo livello del Daydreamer e vincono, oppure quanto perdono a causa di: 4 macchine in stato critico; tutte le 6 spie in gioco; finiscono i malfunzionamenti (hanno un numero limitato, quindi temporeggiare nella costruzione del Daydreamer non è mai una buona strategia).
Giudizio finale
Bethel Woods è un gioco cooperativo che si rifà a meccaniche semplici, collaudate e che offre anche degli interessanti elementi strategici. Scegliere come muovere i lavoratori, decidere se e quando costruire i vari elementi del Daydreamer e gestire le criticità dà parecchi grattacapi. In Bethel Woods però la strategia non è tutto e la componente fortuna gioca spesso un ruolo chiave. La fortuna incide fin dal momento in cui si pesca il proprio personaggio, perché la sua abilità può essere più o meno di aiuto in base all’andamento della partita e alle abilità dei compagni. La vera discriminante però è alla fine di ogni turno, quando si pescano 3 nuovi malfunzionamenti. Una pesca fortunata permette un proseguo agevole; al contrario può iniziare una catena di criticità che porta all’inevitabile sconfitta.
Anche quando il fato è avverso però si può sempre superare quello che si presenta sul nostro cammino, sperando che i compagni non rovinino tutto con qualche turno sciagurato. Perché è vero che si può sempre dare un consiglio, ma è bello anche giocare cooperando senza condizionare troppo gli altri giocatori, per delle partite ancora più imprevedibili e divertenti.
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Sarà mai localizzato in italiano? (intendo i componenti, visto che il regolamento c’è già)
Abbiamo sentito il produttore e ci ha detto che al momento non è in programma la versione italiana.
Comunque visto che è lo stesso della The North Sea Runesaga – che ha avuto maggiore successo ma non ha la versione italiana – credo sia difficile che la facciano per Bethel Woods.