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Recensione Dixit

Un gioco di carte illustrate dove a sfidarsi è l'immaginazione

Il divertimento di molti giochi da tavolo è insito nel regolamento e nelle meccaniche di gioco; da queste dipende la resa e determinano la soddisfazione che proviamo – o non proviamo – con quel titolo. Con chi giochiamo cambia poco, la partita si svolge sempre allo stesso modo e, pur con qualche differenza, mantiene inalterate le sensazioni che proviamo durante ogni sfida.
In alcuni casi però la resa del gioco dipende solo in parte dalla sue meccaniche e la parte più importante è nelle mani dei giocatori. Anzi, nel caso di Dixit è più giusto dire che è nelle loro teste, perché la grande protagonista del gioco è la fantasia.
Dixit nasce dall’idea di uno psichiatra infantile, Jean-Louis Roubira, ispirato dalle sue sedute con i suoi piccoli pazienti. Difatti Roubira usa molto una comunicazione attraverso le immagini, e Dixit si basa proprio su immagini, immaginazione e comunicazione.
Lo svolgimento del gioco è molto semplice. Dixit è un gioco di carte che vi offre un mazzo speciale creato da Marie Cardouat, un’illustratrice di libri per bambini che ha dato uno stile fiabesco e onirico alle carte. La scatola di dimensioni generose si spiega con un percorso segnapunti costruito dentro alla scatola stessa. Rimane vuoto solo lo spazio centrale dove trovano posto le carte, le pedine e dei token che servono per lo svolgimento di ogni turno.

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Come si gioca a Dixit
Dixit è un gioco per un minimo di 3 giocatori fino ad un massimo di 6. Per iniziare bisogna prendere il mazzo e distribuire 6 carte per ogni giocatore insieme ai token del colore della sua pedina. A questo punto si sceglie chi inizia e veste i panni del narratore.
Il Narratore guarda le sue 6 carte, ne sceglie una e prendendo ispirazione dall’illustrazione formula una frase e la dice a voce alta agli altri giocatori. Questa fase non ha limitazioni e ci si può davvero sbizzarrire, ma per darvi un’idea della libertà che lascia Dixit vi cito direttamente il regolamento.

“La frase può assumere forme diverse: può essere composta da una o più parole, può
persino essere un suono. La frase può essere inventata oppure tratta da un’opera d’arte
esistente (versi di poesie o canzoni, titoli di film, proverbi ecc.).”

Gli altri giocatori, basandosi sulla frase che hanno appena ascoltato, devono scegliere tra le loro carte quella che è più affine. Scelta la carta la passano al Narratore senza farla vedere a nessuno.
A questo punto il Narratore mescola la sua carta e quelle ricevute dai giocatori e le posiziona in modo casuale una di fianco all’altra in modo che sia visibile l’illustrazione. La carta più a sinistra è la numero 1, poi si prosegue con la numerazione fino all’ultima.
Ora si passa alla deduzione, e l’obiettivo degli altri giocatori è scoprire quale tra le carte sul tavolo è quella del Narratore. Il voto dei giocatori è segreto mentre ovviamente il Narratore non vota.
In base ai risultati di questa votazione si prendono punti, si pescano nuove carte e si continua così fino a che non si finisce il mazzo. Chi fa più punti vince.

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La particolartà di Dixit
Descritto così il regolamento ci mostra un gioco curioso ma che non spiega il motivo del suo successo. Difatti ho lasciato per un attimo da parte la modalità di assegnazione dei punti, la quale è la finezza che dà una marcia in più al gioco.
In Dixit non c’è solo un banale punteggio assegnato a chi indovina o al Narratore che crea un messaggio che si riesce ad associare alla carta. Se fosse così il gioco ne verrebbe molto penalizzato perché porterebbe il Narratore a creare frasi troppo banali (per prendere punti facili) o troppo subdole (per non dare punti ai giocatori).
I punteggi di Dixit invece sono assegnati in modo quasi paradossale, perché lo scopo è descrivere una scena senza farla comprendere a tutti.
Il Narratore non prende punti se tutti sbagliano, ma non ne prende nemmeno se indovinano tutti. L’unico modo per prendere punti da Narratore è che ci siano sia 1 o più giocatori che hanno indovinato, sia 1 o più giocatori che hanno sbagliato. Attenzione però, anche i giocatori che sono riusciti a trarre in inganno i compagni prendono punti, quindi sbagliando si fa un doppio danno. Non si prendono punti e si regala 1 punto ad un avversario.
Chi invece indovina la carta prende 2 punti se hanno indovinato anche i suoi compagni. Se invece c’è stato almeno 1 errore prende 3 punti, punti che vanno anche al Narratore.

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Giudizio finale
Dixit è un gioco elementare, dal regolamento molto semplice ma che una volta giocato si rivela molto profondo e complesso. Il grande punto di forza di Dixit è anche il suo limite, cioè dipendere moltissimo dai giocatori. Nelle varie partite che ho fatto ho potuto provarlo con differenti compagni di partita, e in base ai giocatori il gioco cambia tantissimo. Si passa dal divertimento allo stato puro, con un gioco coinvolgente e ricco di fantasia, al gioco noioso, lento e privo di quelle caratteristiche che dovrebbero rendere Dixit un piccolo gioiello.
Quindi prima di scegliere Dixit pensate bene alle persone con cui ci giocherete, a quali sono i loro gusti in fatto di giochi e a come se la cavano con l’immaginazione e la comunicazione. Se giocato con le persone giuste Dixit è un vero spasso, con persone di poca fantasia o poca voglia di comunicare invece ha poco da offrire. Anche se con loro Dixit potrebbe rivelarsi quasi educativo o terapeutico, per provare a far uscire fuori quel lato fantasioso che si nasconde dentro ognuno di noi.

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