Recensione Frico
Un gioco in stile Risiko per conquistare il Friuli Venezia Giulia
Per millenni il mondo è stato tormentato da aspri scontri tra fazioni. Nei casi più grandi le guerre hanno coinvolto il mondo intero, ma la vastità del conflitto non va sempre di pari passo con la ferocia tra i contendenti. Ci sono casi in cui – nonostante lo scontro sia davvero molto localizzato – la rivalità è così elevata da raggiungere livelli stratosferici. È il caso della contrapposizione tra triestini e friulani, chi dei due riuscirà a imporre la sua egemonia sul Friuli Venezia Giulia?
Chiaramente si scherza, la rivalità è quella tipica dell’Italia dei campanili, e non c’è nulla di violento e bellicoso. La rivalità però si presta proprio bene per far nascere un gioco da tavolo in cui le due fazioni entrano per davvero in guerra.
Il gioco di società si chiama Frico, è stato creato da Erika Ronchin e Diego Manna e pubblicato da Bora.La.
Se questi nomi vi suonano famigliari è perché vi ho già mostrato un altro loro gioco, la Barkolana, un Gioco dell’Oca evoluto (molto evoluto) che promuove la storica regata Barcolana che si svolge ogni anno nel golfo di Trieste.
Perché un milanese dà spazio a dei giochi del Friuli Venezia Giulia? Perché in un mondo sempre più globalizzato bisogna fare il possibile per mantenere vive le tradizioni (con tanto di dispute) locali. Anche con iniziative particolari come la creazione di giochi in scatola.
Che gioco è e come si gioca a Frico
Come detto Frico è un gioco di società in stile Risiko che ha come campo si battaglia il Friuli Venezia Giulia. Questo non si direbbe se si guarda il tabellone di gioco, ma c’è una spiegazione.
Frico ha solo due fazioni – triestini e friulani – quindi anche se si gioca in più di due si è comunque divisi in 2 fazioni. Questo testa a testa, e la divisione del Friuli Venezia Giulia in due blocchi, rendeva la mappa poco adatta allo sviluppo di partite equilibrate. Per questo i creatori si sono presi la licenza di ridisegnare la mappa, stravolgendo soprattutto la parte del Venezia Giulia per creare un tabellone di gioco molto più equilibrato. Inoltre nella parte alta della mappa troviamo un enorme ponte che unisce alcuni territori del Nord, rendendo ancora più bilanciata la scelta della fazione.
I 18 territori gialli sono quelli tipicamente friulani, i 18 viola sono quelli tipicamente triestini. A questi si aggiungono 5 territori bisiachi (di una zona meridionale della provincia di Gorizia) che sono territori neutrali. Infine ci sono i territori di Pordenone e Gorizia che sono indipendenti e si usano solo nel caso ci siano 5 giocatori.
Con Frico ci sono incluse armate di 6 colori differenti. Le armate blu, verde e viola sono per i giocatori che stanno dalla parte di Trieste; le armate rosso, arancio e giallo sono quelle del Friuli. Lo scopo del gioco da tavolo è semplice, conquistare la capitale dei giocatori avversari. Udine San Giusto sono le capitali “fisse” per le partite a 2 giocatori. Per partite con più giocatori invece ognuno decide liberamente dove è situata la propria capitale.
Le armate, o truppe, sono raffigurate con dei gettoni colorati di 2 misure. Quelli piccoli valgono 1, poi ci sono i dischetti pù grandi che valgono 5.
Il meccanismo di battaglia e conquista è simile a quello di Risiko, con il lancio dei dadi e l’eliminazione di un numero di truppe pari alla differenza dei dadi (io faccio 6, l’avversario fa 4, lui perde 2 truppe sul territorio).
Inoltre il gioco di società è reso più vario grazie alla presenza di carte speciali da usare durante i turni. Queste carte dallo stile spiritoso hanno un certo peso nel gioco. Difatti le carte servono a portare risate (almeno per chi è delle zone) ma anche bonus, potenziamenti e truppe extra. Il gioco così diventa molto più vario, imprevedibile e ricco di sorprese e ribaltamenti di situazione.
Considerazioni e giudizio finale
Frico è un’altra sorpresa del settore dei giochi in scatola, soprattutto se teniamo conto dell’ambientazione così particolare. Proprio il suo essere così di “provincia” è sia un punto di forza sia uno svantaggio. L’originalità dell’ambientazione e la rielaborazione di un classico come RisiKo! possono creare attorno a Frico molto interesse. È altrettanto vero però che molte persone potrebbero vederlo come un qualcosa che non li riguarda. In quanti conoscevano l’aspra contesa tra triestini e friulani?
A portare avanti questa contrapposizione di vantaggi e svantaggi c’è la “lingua”, difatti ci sono molti termini e frasi in dialetto. Questo non influisce minimamente nel gioco, il regolamento è in italiano ed è anche semplicissimo. Alcune cose però potrebbero apparire meno spiritose, come la suddivisione dei territori che ha molto potenziale comico, ma di difficile comprensione per i forestieri. Se però vi potrebbe interessare anche il risvolto culturale del gioco di società, alla fine del regolamento di Frico troviamo anche l’Appendice di approfondimento culturale. Per me la parte più importante, perché è l’elemento che dà un senso al gioco, sia per renderlo più interessante a chi non conosce la regione, sia per promuovere il Friuli Venezia Giulia e fare divulgazione.
Forse qualcuno potrebbe non apprezzare i materiali, visto che le truppe sono dei semplici dischetti e il tabellone è abbastanza sottile. Ricordo però che Frico è una piccola produzione, non stiamo certo parlando di una casa editrice di scala mondiale o un gioco da tavolo che ha raccolto milioni di Dollari su KickStarter. Quindi non mi soffermerei troppo su queste cose marginali, il gioco da tavolo è fatto bene, è divertente e anche interessante. E poi se proprio volete i carrarmatini potete sempre usare quelli di Risiko!
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