Recensione Myths at War
Un gioco di carte che contrappone le mitologie egiziane, norrene e giapponesi
Qualcuno si ricorda del videogame Age of Mythology? Si tratta di un sequel alternativo di Age of Empires che abbandonava l’ambientazione storica in favore di quella mitologia.
Proprio l’ambientazione era il punto forte del gioco, con 3 differenti mitologie che si potevano scontrare tra loro. Le 3 mitologie contrapposte erano egiziana, norrena e ellenica.
Myths at War è un gioco di carte che ci permette di fare la stessa cosa, anche se cambia una delle 3 mitologie presenti nel gioco. Quella egiziana e norrena sono affiancate da quella giapponese.
Il gioco di società è stato sviluppato dallo spagnolo Francisco Gallego, difatti il nome originale dato alla sua creatura è Guerra de Mitos, tradotto in Myths at War per il mercato internazionale.
Vi dico fin da subito che il gioco c’è solo in spagnolo o in inglese e non sono previste edizioni in altre lingue. Questo potrebbe essere un problema per chi ha poca dimestichezza con lo spagnolo o l’inglese, anche se una volta che avete imparato a giocare non c’è più molto da leggere.
Myths at War è un gioco di carte per un minimo di 2 giocatori fino ad un massimo di 6 e le sfide sono tutti contro tutti.
La caratteristica interessante è la presenza del deck-building, difatti prima di iniziare la partita i giocatori devono costruire il loro mazzo scegliendo prima la mitologia, poi le carte tra quelle fornite dal gioco.
Nella scatola ci sono 300 carte, divise non solo per mitologia, ma anche per tipologia, quindi il mazzo può essere costruito seguendo varie logiche e strategie. Magari le prime partite sarà un po’ complicato assemblare un mazzo con un vero criterio, ma partita dopo partita la fase di deck-building diventerà sempre più efficiente. E anche veloce.
La prima cosa da fare è scegliere il Pantheon, 6 carte orizzontali che indicano la nostra mitologia e la nostra potenza iniziale. Sono 2 per mitologia, anche se c’è in aggiunta un Pantheon “misto”, slegato da ogni mitologia che però è indicato più per giocatori avanzati.
Le altre carte di Myths at War sono divise in 2 grandi categorie, a loro volta suddivise in 3 tipologie ciascuna.
Le carte Gods includono Azioni, Equipaggiamento e Evocazioni, e nel nostro Deck ne dobbiamo mettere almeno 20.
Le carte Design sono Personaggi, Risorse ed Eventi e nel Deck ne dobbiamo mettere almeno 30.
L’unica aggiunta necessaria per giocare sono i Power Token, dei piccoli cubetti di plastica che indicano la nostra potenza. Questi cubetti sono basilari nell’economia del gioco, difatti servono per pagare il costo delle carte, ma rappresentando la nostra potenza sono anche il punteggio che determina l’esito della partita.
Come si gioca a Myths at War
Il regolamento di Myths at War è abbastanza articolato. Non è eccessivamente complicato ma per spiegare nel dettaglio il gioco farei un copia incolla del regolamento (consultabile anche online sul sito ufficiale). Inoltre sul canale YouTube Guerra de Mitos c’è un video in inglese che mostra bene il set-up e anche un esempio di partita.
Detto ciò vediamo almeno a grandi linee come si svolge la partita.
Ogni giocatore sceglie il suo Pantheon, prende tanti segnalini quanti indicati dalla carta e crea il suo mazzo diviso in 2 tra carte Design e carte Gods. Il mazzo Design viene posto al centro di fronte al giocatore, il mazzo Gods invece viene diviso in 4 mazzi più piccoli. Questi vanno messi ai lati del mazzo Design, 2 a destra e 2 a sinistra. Tutti i mazzi sono a faccia in giù.
Questa disposizione serve per poter rivelare 4 carte Gods alla volta, e avere una scelta su quali pagare e giocare. Il mazzo Design invece serve per pescare la propria mano iniziale di 5 carte.
Il turno di gioco è diviso in 4 fasi. Ogni fase viene giocata in modo alternato tra i giocatori, ma prima di passare alla fase successiva tutti i giocatori devono averla conclusa. Quindi non è il giocatore A che fa le 4 fasi e poi il giocatore B fa le sue 4 fasi; bensì il giocatore A fa la 1° fase, il giocatore B fa la 1° fase, si passa alla 2° fase, i giocatori fanno la seconda fase e si passa alla 3°, e così via.
Un’altra peculiarità è la possibilità di fare fasi molto lunghe visto che non c’è un limite di carte giocabili. Ad esempio nella fase in cui si giocano gli equipaggiamenti l’unica regola è che si può giocare una carta per volta. Quindi il giocatore A mette in gioco un Equip, il giocatore B fa lo stesso e tocca di nuovo ad A, che gioca un’altra carta per poi passare a B. Si va avanti così anche se un giocatore passa. La fase successiva inizia solo quando tutti i giocatori hanno detto passo.
Le 4 fasi del turno sono:
- Trasferimento: in questa fase si prendono i token e si collocano sulle carte Gods che si vogliono usare.
- Influenza: in questa fase si possono fare molte cose, come giocare delle carte, aggiungere degli equipaggiamenti sui personaggi/creature e anche far meditare quest’ultimi. La meditazione è importante perché ci fa guadagnare 2 Power Token per ogni creatura. Di contro, una creatura in meditazione non può attaccare nella fase successiva.
- Confronto: Al costo di 1 power token ciascuno, il giocatore sceglie quali dei suoi personaggi da mandare in battaglia. Dopo che entrambi i giocatori hanno terminato di assegnare le creature si passa al confronto. Si somma la potenza dei personaggi, poi si confronta tra i giocatori. Il giocatore che ha meno punti perde tanti segnalini quanto è la differenza tra gli attacchi (il giocatore A ha 8, il giocatore B ha 6, il giocatore B perde 2 cubetti dalla riserva).
- Riorganizzazione: I personaggi tornano nel Pantheon, si eliminano le carte che avevano effetto solo per quel turno e si pesca una carta.
Il gioco prosegue fino a che non si verifica una delle 2 condizioni che determina la fine della partita. In Myths at War si può vincere in 2 modi: Vittoria per Oblivion (Oblio), che avviene quando l’avversario termina i suoi Power token; Vittoria Gods of Gods, che avviene quando un giocatore ha nella propria riserva 30 o più Power token.
Chiaramente in caso sia una partita multigiocatore l’Oblio determina solo la sconfitta di uno dei giocatori. Poi, quando ne rimangono 2, l’Oblio chiude anche la sfida.
Considerazioni e giudizio finale
Myths at War (o Guerra de Mitos) è un gioco che ho conosciuto grazie al suo autore. Non è una novità del mercato, difatti ha esordito nel 2013, ma anche per questo ho avuto piacere di parlarvene visto che non è molto popolare. Almeno qui in Italia. Senza dubbio la mancanza di un’edizione italiana ha influito su questo, ma è altrettanto vero che molti giocatori non si fermano di fronte a giochi in scatola non in italiano.
Tra i pregi di Myths at War c’è senza dubbio l’ambientazione, che permette di dar vita a degli scontri mitologi tra 3 culture molto distanti tra loro.
Come tipo di gioco di carte è abbastanza elaborato, ma almeno mi ha dato l’idea di essere qualcosa di nuovo. Quindi non una scopiazzatura di altri giochi di carte più popolari, ma un gioco che propone delle meccaniche tutte sue e che cerca di distinguersi anche da questo punto di vista.
I materiali sono scarni, cosa inevitabile visto che si tratta di un gioco di carte. Forse la qualità di quest’ultime non è proprio eccelsa e ho la sensazione che potrebbero rovinarsi facilmente. Per verificarlo però dovrò giocarci ancora un po’.
La durata delle partite è indicata in circa 20 minuti, ma si parla solo della partita vera e propria. Dovendo assemblare il proprio mazzo il tempo totale è molto più alto. Soprattutto agli inizi, quando non si conosce il gioco né le carte, e ci vorrà tempo per capire la logica e i midi migliori per mettere insieme un mazzo competitivo. Un gioco di carte però può prevedere anche una fase di Deck Building, e sono certo che molte persone amano molto questa fase. Anzi, c’è chi ama più la fase di creazione che quella di gioco.
Inoltre, una volta assemblato un mazzo potrete fare varie partite senza perdere sempre tempo all’inizio. Anche nel caso vogliate apportare modifiche al mazzo tra una sfida e l’altra.