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Curiosità Gadget

Gadgets? Non si dovrebbe dire, ma se proprio vi piace… mettiamoci anche la esse!

8 Giugno 2018

Perché gadgets non si dice? In inglese il plurale dei sostantivi si fa quasi sempre aggiungendo la lettera “s” a fine della parola. Con i termini che importiamo dall’inglese però questa regola non vale, perché mica stiamo parlando in inglese.
Un termine inglese, anche se riferito al plurale, in italiano rimane identico e non si aggiunge la esse. Almeno per i termini ormai comuni nel nostro linguaggio. Ecco perché una parola diffusa come gadget rimane invariata anche al plurale.
Molte persone però la esse finale la mettono lo stesso, e alla fine visto che si tratta di un forestierismo si tratta di un errore veniale (sempre che si possa considerare un vero errore).
Inoltre qualcuno potrebbe dire che gadgets suona meglio, soprattutto quando si ha voglia di una quantità enorme, esagerata, pazzesca di gadget. Si vogliono tantissimi gadget? E allora con la parola gadgets si può identificare subito il desiderio di averne a vagonate.
Il termine addizionato della esse però potrebbe piacere anche per questioni sonore, sia per chi lo sente, sia per chi lo pronuncia. Dopotutto anche il suono di una parola può dare soddisfazione. Basti pensare a Deadpool e alla parola chimichanga. Deadpool non ama particolarmente quel piatto tipico del sud degli Stati Uniti, però adora la parola e la dice solo per il gusto di sentire il suo suono. Con gadgets potrebbe valere lo stesso, perché quella “s” finale cambia tutto e dà alla parola quella coda che potrebbe regalare un piccolo piacere linguistico.
Il discorso si amplia se pensiamo alle evoluzioni vocali che si fanno quando si ha voglia di scherzare con gli amici. Intonazioni, accenti, voci strane e altre cose buffe fatte per ridere e scherzare. Giocare con le parole può fare anche questo, regalando piccoli momenti esilaranti per ridere con poco. In questi casi la parola gadgets potrebbe subire molte più alterazioni della esse finale, assumendo forme del tutto alternative. Qualche esempio? «Ma guarda quanti bei guadgets». E si va ad alterare ulteriormente la parola per dirla in modo scherzoso. Scritta così perde molto, perché la cosa buffa sta nel suono o come la si dice, però l’esempio rende l’idea.
Poi bisogna anche considerare gli irriducibili, quelli che non cambiano mai idea e vanno avanti imperterriti. Anche negli errori.
«Gadgets non si dice? E io lo dico lo stesso! ».
Mentre lo scrivevo pensavo a Peter Griffin nella scena dell’aereo in volo e del portellone con la scritta “Non tirare”.
«Umm… non tirare. E io lo tiro lo stesso. Eh, eh, eh, eh, eh… » e c’è Peter che ride mentre precipita risucchiato fuori dall’aereo.
Tutto questo per spiegare perché non parliamo mai di gadgets, ma per assicurarvi che se li cercate, DottorGadget è sempre la loro casa. Con la esse, senza esse, con lettere a caso, con modifiche che rendono la parola quasi incomprensibile. Ogni tipo di gadget e ogni tipo di nome che possiate dargli a noi sta bene. I gadget devono essere popolari, e se c’è chi li ama in versione spagnoleggiante… viva los gadgets, Olè!

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